In medicina estetica è iniziata la undetectable era: il ritocco «impercettibile»

In medicina estetica sembra che l’epopea dei filler maldestri, quelli che generano gonfiori «fuori controllo» su zigomi e labbra, stia per volgere al capolinea. Gli esperti sostengono che ad attenderci ci sono procedure prive di segni rivelatori e che non alterano i lineamenti.

A dare il via in medicina estetica e in chirurgia plastica alla tendenza (attesissima) della undetectable era (parole inglesi che tradotte in italiano significano «era dell’impercettibile» o «era del non rilevabile»), che si avvale di protocolli minimamente invasivi e dal risultato estremamente naturale e realmente non visibile, è Christina Aguilera, 43 anni.

 

View this post on Instagram

 

A post shared by Christina Aguilera (@xtina)

Quando l’artista ha postato sulla sua pagina Instagram gli scatti che la ritraggono con il volto di una ventenne fasciata in un body in latex lucido leopardato durante una festa, i fans sono rimasti strabiliati. Tanto da scriverle un fiume di messaggi pieni di ammirazione. Ne balza uno all’occhio: «Hai fatto un lifting viso?». Lei non ha rilasciato dichiarazioni in merito. Quello che conta è l’effetto: assolutamente naturale.

«In queste foto il visi di Christina Aguilera risulta ringiovanito, è vero, ma non ci sono informazioni sufficienti per stabilire a quale procedura sia ricorsa per ottenerlo», spiega Marco Bartolucci, medico chirurgo estetico. «È evidente che il suo aspetto sia il risultato dell’utilizzo di diversi protocolli di medicina estetica, e non escludo che ci possa essere l’intervento del bisturi. In ogni caso, gli strumenti di cui dispone oggi un medico estetico per migliorare l’aspetto della pelle del viso si avvalgono di tecnologie sempre più all’avanguardia.

Che permettono di realizzare risultati migliorativi in grado di non alterare i lineamenti, del tutto privi di segni rivelatori ma che sembrano “chirurgici” pur non avvalendosi dell’utilizzo del bisturi».

La medicina estetica recupera il valore dell’autenticità

Con l’avvento della undetectable era la chirurgia plastica del viso che funziona è destinata a realizzare lifting super-naturali, sollevando meccanicamente i tessuti del viso con l’accortezza di evitare accuratamente i «tiraggi» eccessivi tipici del passato, con tensioni cutanee talmente forzate che davano al volto le fattezze di un’improbabile maschera di porcellana.

Dal canto suo, la medicina estetica non fa altro che ri-appropriarsi di valori propri, che sono stati dimenticati soprattutto con l’avvento dei social, e dell’utilizzo incauto e, a volte, spregiudicato dei dispositivi riempitivi. «Il trend delle labbra gonfie e dei volti alterati dai filler sembra ormai in fase calante.

Sempre più persone, comprese celebrità del cinema e della televisione, stanno rimuovendo i filler per tornare a un aspetto più naturale. Se avessero usato la tossina botulinica, non ce ne sarebbe stato bisogno, perché non gonfia e non stravolge i lineamenti», spiega il medico estetico Giovanni Salti, presidente dell’Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino (Aiteb).

Il nuovo filone che mira alla naturalezza del volto, proponendo protocolli sempre più focalizzati a non modificare i lineamenti si concentra sempre più sulla skin quality.

«Questa tendenza va a braccetto con un concetto sempre più legato alla medicina estetica: la skin longevity, la longevità cutanea, profondamente legata all’integrated skincare, con la quale l’approccio del medico prende in considerazione diverse opzioni terapeutiche, avvalendosi di tecnologie sempre più evolute e minimamente invasive, usate in combinazione con cosmeceutici innovativi, in modo da realizzare una sinergia efficace.

Pubblicati quasi quotidianamente, gli studi scientifici legati ai fattori che preservano la salute della pelle fanno emergere quanto sia fondamentale un approccio ad ampio spettro. Con un focus sulle procedure di medicina estetica che puntano non solo a un risultato immediato, ma soprattutto a un reale ringiovanimento», sottolinea Marco Bartolucci.

Il ruolo degli esosomi nella medicina estetica del futuro

Una delle frontiere più promettenti riguarda gli esosomi. «Soprannominati ambasciatori cellulari, sono piccole vescicole prodotte naturalmente dalle cellule dell’organismo, essenziali per la comunicazione intercellulare, poiché trasportano proteine, lipidi e vettori dello scambio di informazioni (RNA messaggeri e miRNA) contribuendo così alla riparazione e rigenerazione dei tessuti», spiega Byong Seung Cho, CEO di ExoCoBio, azienda coreana pioniera del settore, che produce ASCEplus, trattamenti impiegati in medicina estetica che contemplano gli esosomi di origine vegetale estratti dalle cellule staminali della Rosa di Damasco, purificati con una tecnologia brevettata, per ringiovanire la cute. «Paragonabili a bottiglie contenenti un messaggio di rigenerazione, che viene trasmesso da una cellula all’altra, vantano test di efficacia molto promettenti in via di pubblicazione sulle riviste scientifiche più prestigiose».

«Gli esosomi di origine vegetale, considerati l’uovo di Colombo di medicina estetica, sono utilizzati da quasi tre anni in combinazione con altre tecnologie che hanno lo scopo di preservare la giovinezza cutanea.

Tra questi spiccano metodiche come il microneedling (la procedura che prevede una perforazione cutanea ripetuta con micro-aghi sterili per mezzo di uno strumento simile a una biro) utilizzato da solo con un’azione superficiale o in combinata con la radiofrequenza, come quella messa a punto da Morpheus 8 con la penetrazione degli aghi che in questo caso va più in profondità, e da laser come ADVAlight, che produce due diverse lunghezze d’onda che convergono in un unico manipolo, la cui intensità non rappresenta un rischio per la cute», spiega Marco Bartolucci.

«Si tratta di tecnologie non ablative che favoriscono la neo-collagenesi producendo uno stimolo in grado di creare micro-spazi intracellulari che danno luogo alla formazione di micro-colonne. Lo specialista sfrutta questi piccolissimi varchi per far arrivare in profondità proprio gli esosomi vegetali, dove possono svolgere la loro attività stimolare la rigenerazione cellulare».

Insomma, la veicolazone degli esosomi è eseguita senza l’impiego di aghi, come impone la legislatura in questa materia, perciò non “fora” la pelle. Questa modalità di applicazione rispecchia un altro filone della medicina estetica, destinata a essere sempre più meno invasiva, avvalendosi di cosmeceutici dalle formulazioni sempre più sofisticate.

«La sfida è la messa a punto di protocolli che abbiano costi biologici più bassi a fronte di risultati sempre migliori e performanti. Uno spoiler: una ricercatrice belga a un recente congresso ha presentato la tossina botulinica veicolata sotto la cute senza l’utilizzo di un ago», conclude Marco Bartolucci. Il futuro della medicina estetica, insomma, è ancora tutto da disegnare.

Altri contenuti interessanti:

Scrivimi!
1
Serve aiuto?
Come posso aiutarti?